L’ITAPAC era una rete a commutazione di pacchetto basata sul protocollo X25, e usata fino agli anni 2000.
Una delle peculiarità era quella di potersi collegare ai nodi ACP (Adattatori Concentratori di Pacchetto) più vicini, attraverso una linea dedicata (CDN) o commutata (ISDN), mentre gli ACP a loro volta erano collegati agli NCP (Nodi a Commutazione di Pacchetto) mediante collegamenti diretti a 9600 o 64000 bit/s. L’accesso agli ACP poteva essere sia commutato (cioè via modem a 300-1200 bit/s esempio linee ISDN), che diretto (mediante circuito dedicato, esempio CDN, con velocità fino a 9600 bit/s). Gli NCP gestivano ingressi solo in protocollo X.25 da parte degli ACP, mentre i nodi NCP erano collegati tra loro con link a 64 kbit/s.
Se per esempio una sede era a Milano e una a Roma, con il sistema precedente (collegamenti diretti Punto-Punto o Punto-Multi Punto) si doveva predisporre un collegamento diretto di circa cinquecento chilometri. Con ITAPAC, il cliente si collegava al nodo di Milano e l’altro a quello di Roma.
Il nodo prendeva in carico il pacchetto, tipicamente di 255 Byte, instradandolo verso la destinazione tramite concentratori, e una rete di modem ad alta velocità.
La velocità di trasmissione agli inizi era di 300 o 1200 baud, in seguito fu aggiornata a 2400, 4800, e 9600.
Il pacchetto era formato da sette bit di carattere, parità pari, e uno di stop. Ogni connessione iniziava con l’invio dell’identificativo del mittente NUI ( NETWORK USER IDENTIFIER), e del destinatario NUA (NETWORK USER ADDRESS).
La grande novità consisteva nel fatto che il costo era indipendente dalla distanza e dal tempo, e non come avveniva nelle linee dedicate Punto-Punto dove si basava sul numero dei chilometri, e il calcolo dipendeva solo dal numero di byte spediti in una comunicazione. E siccome contare i byte in transito era troppo oneroso, ma contare i pacchetti non sembrava sufficiente, pensarono a una tariffazione a segmenti: se il pacchetto conteneva un numero inferiore a 128 bytes contava 1 segmento, se era più grosso ne contava due.
X25: PROTOCOLLO DI RETE A PACCHETTO
DCE: MODEM PER COLLEGAMENTI ITAPAC SU RETI CDN
NCP: NODO DI COMMUTAZIONE
ACP: ADATTATORI CONCENTRATORI DI PACCHETTO
Nel caso della Lombardia i nodi erano ben distribuiti sul territorio, e non c’era difficoltà di collegamento, in alcune zone invece era necessario raggiungere il nodo attraverso una linea ISDN.
Ancora oggi si possono trovare dei POS collegati alla rete ITAPC attraverso il canale D della linea ISDN.