CENTRALE TELEFONICA DI LEGNANO

A Legnano, negli anni settanta, in fondo a una viuzza chiusa vicino al centro della città, c’era una sede della SIP che comprendeva una centrale telefonica (chiamata “a sollevamento e rotazione”), un magazzino, e gli uffici per i tecnici della rete.

La particolarità della centrale, era quella di essere elettromeccanica. Il rumore cacofonico dei motori elettrici che in una sincronia perfetta ruotavano e sollevavano i selettori mettendo in collegamento il numero telefonico chiamante con quello chiamato, era un esempio di genialità italiana.

La centrale occupava uno spazio notevole, e poteva contenere solo qualche centinaio di numeri telefonici. Imparagonabile a quelle digitali di oggi che nello stesso spazio potrebbero attivare migliaia di numeri.

Un particolare che mi è rimasto impresso, che non centra nulla con la tecnica, ma è uno spaccato di quei tempi: era la lettura dei contatori.

Ogni linea telefonica aveva un contatore, e un tecnico si recava nelle centrali sparse sul territorio e li fotografava, per poi ricavare gli scatti da fatturare ai clienti: preistoria? non per quei tempi.

La sede della SIP a Legnano, negli anni settanta, era una piccola realtà, solo qualche decina di tecnici, ma tra questi c’era una persona speciale: l’addetto al magazzino, che si chiamava Angioletto Castiglioni.

Nacque a Busto Arsizio il tredici agosto del 1923. Fece parte della resistenza, e fu arrestato dai nazifascisti nel 43. Dopo aver passato qualche mese nel carcere di San Vittore, fu internato nel campo di concentramento di Flossenburg.

Fu uno dei pochi a uscirne vivo, e dedicò il resto della sua vita al dovere etico della memoria, portando la sua terribile esperienza nelle scuole, e diceva: «E’ un mio dovere portare la voce delle persone che da quell’inferno non sono mai tornate.»

L’ultimo riconoscimento fu l’intitolazione della piazzetta prospicente il Tempietto di Sant’Anna a Busto Arsizio.