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Nella figura è illustrato un collegamento telefonico elementare. Un microfono e un ricevitore ( telefono BCA) sono messi in serie con una batteria di alimentazione, e collegati tra loro con un doppino telefonico.
Lo schema sottostante si riferisce a vecchi BCA ma il principio vale anche per quelli più evoluti. Un discorso a parte va fatto per i Cordless che sono alimentati a parte in quanto non bastano i 20 mA provenienti dalla centrale per alimentare la stazione base. Il microfono e il ricevitore non sono più collegati semplicemente in serie ma interagiscono tramite un complesso d’induttanze e resistenze che costituiscono il cosiddetto circuito antilocale. Esso fa in modo che il ricevitore sia modulato dalle correnti provenienti dal microfono lontano e non da quelle innescate dal microfono locale.
Nello schema l’apparecchio è a riposo (microtelefono appoggiato) e l’interruttore è aperto: in questo caso non è alimentato dalla tensione proveniente, attraverso il doppino telefonico, dalla centrale (48 Volt o 60 Volt). Quando si sgancia il microtelefono, il circuito si chiude e circola corrente continua. L’intensità dipende dalla resistenza del doppino, e può variare dai 20 fino a 60 mA.
Approfondiamo l’argomento partendo da un oggetto che si chiama cornetta la quale contiene il microfono, e il Ricevitore (Altoparlante).
Il microfono fu un’invenzione fondamentale. I primi contenevano granuli di carbone, ora sono più evoluti; ma il principio di funzionamento è lo stesso: trasformare le vibrazioni provocate da un suono in un segnale elettrico analogico.
I segnali elettrici prodotti dal microfono sono trasferiti su di in un cavo telefonico che utilizzerà una banda che parte da 300 Hz fino a 3400 Hz. Il quale consentirà alle frequenze vocali di arrivare all’altro capo ed essere riconvertiti in voce dall’altoparlante.
ALTOPARLANTE
Questi segnali elettrici non sono altro che livelli di tensione che variano più o meno velocemente nel tempo, a seconda della loro complessità.
Per poter trasmettere le informazioni sui cavi il segnale elettrico viene trattato opportunamente mediante la modulazione del segnale in frequenza (trasmissione analogica) oppure il suo livello, istante per istante, viene rappresentato con numeri binari (trasmissione digitale). Alla fine del percorso l’informazione viene trasformata come l’iniziale.
Invece per quanto riguarda la composizione del numero di telefono dell’interlocutore si usava il “disco combinatore telefonico” .
All’inizio la selezione era Decadica, e si inviavano gli impulsi generati dal disco, attraverso il doppino telefonico, alla centrale.
In seguito, con l’avvento delle centrali telefoniche digitali, si utilizzò la tastiera in multifrequenza.
Il Dual-Tone Multi-Frequency (DTMF) o Multifrequenza, si usa per codificare i codici numerici in segnali sonori in banda audio. Il sistema è utilizzato per trasmettere alla centrale telefonica i numeri digitati sulla tastiera del telefono, ma anche altri servizi: per l’integrazione computer/telefono, segreterie telefoniche, ecc.
Chi inventò la tastiera multifrequenza aveva previsto l’interfacciamento tra i telefoni e i sistemi informatici e ciò portò all’aggiunta del cancelletto (#) e l’asterisco (*) oltre alle lettere inserite su alcuni tasti, queste sono usate per usi interni al telefono come l’inserimento dei nomi nelle rubriche, mentre il cancelletto, la R e l’asterisco sono usati per i servizi supplementari, come:
- *43 # (avviso di chiamata)
- *21*numero di telefono# (trasferimento di chiamata)
- R 3 (conversazione a tre)
- *33 # (autodisabilitazione)
- *40 # (teleluttura contatore)
- *61# (disabilita l’identificativo chiamante).
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