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I ponti radio ad alta frequenza con nodi in visibilità diretta non potevano comunque oltrepassare gli oceani, poiché la curvatura del globo non permette la visione diretta di due qualsivoglia punti. Furono i satelliti, che svolgevano in pratica la funzione di ripetitori, a mutare radicalmente la situazione, anche se, completando l’orbita terrestre in meno di tre ore, non rimanevano “visibili” per molto tempo da punti distanti, quali erano le due sponde degli Stati Uniti.
Il problema fu risolto adottando per i satelliti un’orbita di tipo equatoriale, grazie alla quale la rotazione del satellite è sincrona con quella terrestre. In questo modo, a meno di piccole deviazioni che possono essere compensate con manovre comandate da terra, il satellite, che per questo si dice geostazionale, resta pressoché nella stessa posizione e le antenne possono essere considerate fisse.
I satelliti geostazionali, per inciso, riescono a entrare in un’orbita di tipo equatoriale quando sono lanciati da un sito terrestre vicino all’equatore. Questo è il motivo per cui tutti i lanci di satelliti avvengono da latitudini le più prossime possibile a quella equatoriale (come ad esempio la Guyana Francese per i satelliti mandati in orbita con vettori Arianne).
In Italia nel 1961 si costituì, con la partecipazione di Rai e di Italcable, la società Telespazio, che assunse il compito di ricerca e sperimentazione nel settore dei collegamenti satellitari e della promozione di nuove attività, telefoniche e non. Nel 1963 la Stet entrò nel capitale sociale di Telespazio come terzo socio alla pari.
A partire dal 1962 fu attiva la stazione terreste del Fucino in cui era situata una prima antenna parabolica che permetteva di effettuare il collegamento satellitare.
Il 20 agosto 1964 l’Italia è fra gli 11 stati firmatari del trattato per l’istituzione di Intelsat (International telecommunications satellite consortium), il consorzio per la gestione della rete satellitare di telecomunicazioni.
Nel 1965 fu posto in orbita il satellite Early Bird (altrimenti noto col nome di Intelsat I) che supportava 480 canali telefonici e che fu operativo per cinque anni. Tra il 1966 e il 1971 furono lanciati in orbita altri satelliti all’interno dei progetti Intelsat II, III e IV. Quest’ultimo progetto prevedeva una serie serie di 8 satelliti della capacità di 3000-9000 circuiti ciascuno. Alla realizzazione dei nuovi satelliti collaborò la società Selenia, azienda del Gruppo Stet, a cui era affidata la costruzione di tutto il sistema di antenne di bordo.
Il primo satellite nazionale italiano fu il Sirio, lanciato in orbita nell’agosto del 1977.